Nell'anno 1520 furono riveduti e definiti i confini con Proceno, essendo sorte questioni tra Camillo Monaldeschi e quella comunità.
E toccò a lui affrontare una difficile situazione, nel 1527, l'anno del "sacco di Roma" quando l'esercito di Carlo V in lotta con
Francesco I per il predominio dell' Italia, attraversò la nostra penisola seminando ovunque morte e distruzione. Il suo esercito era composto da 13.000 tedeschi luterani, i Lanzichenecchi,
oltre a soldati spagnoli ed avventurieri.
Tra questi ultimi vi erano le fanterie di Fabrizio Maramaldo, rimasto tristemente famoso nella storia
per aver infierito su Francesco Ferrucci morente, nella battaglia di Gavinana: "Vile! Tu uccidi un uomo morto!" La famigerata armata tedesca
devastò la zona con rapine e saccheggi: Proceno, S.Lorenzo, e Grotte di Castro furono pesantemente colpite.
Acquapendente si era salvata attraverso trattative e donazioni di vettovaglie ai soldati.
Mentre il grosso dell'armata depredava Roma, soldati di Maramaldo imperversarono nella zona distruggendo le campagne
dell'Alfina, forse istigati proprio dai Vitozzi per far dispetto ai Monaldeschi, loro avversari. Assetati di sangue assediarono Torre Alfina.
Camillo Monaldeschi seppe organizzare bene la resistenza, portando da Trevinano un
gruppo di uomini bene armati, per aiutare i Torresi alla resistenza, e così il castello potè resistere all'assalto.
Racconta un cronista:"gli abitanti di Torre Alfina, essendo gente per se stessa bellicosa, si opposero coraggiosamente a Maramaldo ed a tutti i
suoi soldati per forti che fossero".
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